ansia

Ore 09.00 del mattino. Il Prof. Brando Fieramonti è intento a parlare in aula. E’ suo uso, prima d’incominciare la lezione, di togliersi l’orologio e di adagiarlo sulla scrivania, come se durante quell’ora il tempo si fermasse, e come se lui stesso fermasse il tempo durante quell’ora – Oggi vi parlo dell’ansia! – disse, e incominciò a parlare a ruota libera, come se la ruota dovesse andare in quella direzione: la libertà! - L'uomo è un’animale sociale e abitudinario. L'ADATTARSI è di per sé un movimento accompagnato da tensione e ansia... e questo sentire è assolutamente fisiologico... sarebbe la parte increspata dell'onda... fino al ritorno della quiete... (Vedi ciclo dell'adattamento). L'ansia ci pone in una condizione mentale di maggiore vigilanza, quella che magari ti farà prendere maggiori precauzioni rispetto ad un possibile rischio, perche l'ansia è un meccanismo biologico salvavita, dunque, non é l'ansia la nemica... ma l’atteggiamento che adotteremo nei suoi confronti e il modo in cui la percepiremo... come la catalogheremo... che giudizio le daremo. Certo l'ansia non é una categoria, ma una dimensione, e come tale, occorrerà parlare di Ansie nelle sue varie forme e sfaccettature. Sarebbe utile approfondire in quale terreno strutturale personologico l’ansia s'impianterà, ma questo è già un discorso più complicato. Saremo comunque noi a trattarla come tale! Dunque se la staremo percependo, il corpo ci starà dicendo - Occhio! Semaforo giallo... devi scegliere... fermati ... aspetta un po’, e poi… riparti con un nuovo adattamento... se avrai già attraversato lo stop, magari accelera e disponiti per un cambiamento, insomma, se vorrai tornare alla quiete, occorrerà riadattarsi e uscire dalla cresta dell'onda, dimenticavo... so che non è un bel sentire... ma godetevi anche la cresta dell’onda... fa parte della vita... perché chi accetterà l'ansia, sarà per sempre un'amica... e sarete sempre pronti ad una nuova sfida... non avrete timore di cambiare... non avrete timore di scoprire che dentro di voi roteavano altre galassie, altri mondi... e se dunque giungerà l'ansia... fatela accomodare... magari fatevi accompagnare da lei lì, dove soli non sareste mai potuti andare... magari per scoprire che la paura a volte è il frutto di una grande magia ad opera della fantasia. Sappiate però una cosa, l’ansia non arriverà per caso, perché l’ansia ha una sua struttura, ha un suo pulsante d'innesco, e in ognuno si manifesta a suo modo, e sappiate anche che la casa dell'ansia è il corpo! Quando accadrà di trovarvi in un dialogo interiore del tipo - E se mi succederà qualcosa? E se mi sentirò male? E se non ce la dovessi fare? Come se si manifestasse la prefigurazione del nefasto! Sarà con ogni probabilità lì il possibile innesco dell’ansia, e non si starà più nel presente, ma nel futuro catastrofico! In quel momento non starete parlando con la persona che vi starà di fronte, e non starete più nel mondo reale, ma sarete immersi nel romanzo dell'horror che vi siete prefigurati, e il bello della faccenda, è che il corpo di tutto questo è ignaro, perché il corpo tratta il reale e il fantastico allo stesso modo. Se vi starà capitando una sciagura reale o ve la starete immaginando, e dunque sarete completamente immersi nella fantasia di una catastrofe, il corpo non farà la differenza, risponderà allo stesso modo, che la sciagura sia reale o fantasticata, andrà in tensione, e il cuore batterà più veloce, il petto si costringerà, la gola si seccherà e il gioco sarà fatto! Pian piano vi verrà il timore di tutte quelle possibili condizioni d'innesco, tipo il buio, il restare soli, il pensare di non farcela, il parlare in pubblico etc… e incomincerete ad evitarle e zac!... l'ansia vi condizionerà e guiderà tutte le vostre scelte e sarete maschere di persone. Incomincerete ad identificarvi come persone ansiose e a questo punto la gabbia sarà bella e costruita, perché sarete voi stessi a richiamare l'ansia ogni giorno e a non poterne più fare a meno. Vi sarà capitato qualche volta di stupirvi del come mai in un momento di quiete iniziate a pensare - Come mai oggi sono calmo? - per diventare ansioso un attimo dopo… zac! Dimenticavo, quando l'ansia si sarà innescata, non abbiate paura di aver paura o di accoglierla. Trattatela come una creatura, personificatela, ci potrete anche giocare o addirittura “usarla” a vostro piacimento, come sanno far bene molti sportivi o scrittori, così potreste essere voi gli autori della vostra vita e non gli attori. Mettete la mano dentro il sacco della fantasia e tirate fuori l'ironia, cosicché, l'ansia potrebbe prendere le sembianze di un viso buffo con le orecchie a sventola e il fatto di riscoprirvi con un sorriso stampato in faccia manderà in black out la tensione e, così, si sarà già disinnescata, magari datele un tono di voce di una vostra zia che ha la voce del più buffo personaggio di un cartone animato, e magari sentitene l'odore e associatelo a qualcosa di non così brutale e nauseabondo. Incominciate ora a scorgerne la struttura? Incominciate a notare che non vi è nulla di casuale? Questo benedetto mostro di nome ansia saremo noi a disegnarlo nella nostra testa, perché l'ansia di per sé non è un mostro, ma una nostra alleata! Quando l'ansia salirà, basterà rispondere come quando a scuola la prof. chiamava l'appello: Presente!... Non andate nel futuro catastrofico, state lì, se non ci riuscite, accendete la luce sul respiro... seguitelo... vi condurrà lui, perché il respiro doma il cuore, e il battito pia piano scenderà... e il sorriso tornerà... e ricordatevi una cosa: la primavera non sarebbe mai stata la primavera senza inverno! perciò, se starete provando un pizzico d'inverno, SOLO VIVENDOLO, andrete incontro ad una primavera fiorita! Non siate maschere di persone, bensì, persone che possano scegliere le maschere da indossare o scegliere di non indossarne alcuna, perché la propria faccia é già di per sé la maschera più autentica e più bella!... - Driiinn! - E’ suonata la campanella! Si è fatto davvero tardi, credo. Brando prese l’orologio, lo indossò, e gli diede un’occhiata. Si era fermato. Avrebbe voluto dire ai ragazzi tante altre cose riguardo l’ansia, ad esempio dell’importanza della gestione del tempo e del rapporto con il tempo riguardo alla costruzione della propria identità. Pensò che ci sarebbe stato tempo e pensò anche che avrebbe dovuto cambiare batteria. Brando non era un tipo ansioso, lui sapeva ballare col tempo e in ogni suo attimo era sempre presente a se stesso. Salutò con il sorriso, come era suo solito fare dicendo - Alla prossima ragazzi, e mi raccomando studiate! Studiare vuol dire apprendere e apprendere vuol dire muoversi e sperimentare, agite le vostre nozioni e trasformatele in emozioni perché le vostre emozioni possano inevitabilmente trasformarsi in azioni. Solo così imparerete a maneggiar l’ansia quando vi attraverserà, non abbiate timore, lasciate che sia e tutto sarà… alla prossima ragazzi!